martedì 6 gennaio 2009

LA VERA STORIA DELLA BEFANA

Molti fanno risalire la consutudine di fare regali il 6 gennaio alla visita dei Re Magi che portarono doni a Gesù. Ma c'è anche un'altra storia.
Epifania si chiamava così perchè era nata proprio il giorno dell'epifania, ma tutti la chiamavano Befana. Da giovane era stata una grande ricamatrice,le sue mani erano abili e leggere, aveva ricamato corredi per nobildonne e regine. Ora era anziana, viveva in un tranquillo paesino di gente povera ma laboriosa e non avava dimenticato la sua arte, però si dedicava solo al rammendo. A quei tempi le calze rotte non si buttavano via come oggi, bisognava rattopparle e Epifania lo faceva così bene che il rammendo non era mai visibile e le calze sembravano nuove. Così tutti le portavano calze da rammendare , calze da bambini, calze da sposa, di tutti i tipi. Chi poteva la ripagava con cibo e carbone per la stufa, chi non aveva niente la ringraziava facendo qualche lavoretto in casa, cucinando per lei e tenendole compagnia mentre lavorava. La vecchietta non mancava mai di lasciare nei calzini che rammendava un piccolo dono, un frutto, un pezzetto di carbone per riscaldarsi, qualche raro dolcetto che le regalavano. La sera si affacciava sulla porta della sua casetta e spazzava via i fili dei rammendi con al scopa di saggina che aveva accanto alla porta.I fili venivano raccolti dagli uccellini per i loro nidi e in quel paese gli uccelli avevano i nidi più caldi e colorati che si siano mai visti.Poco lontano dal paese c'era il castello del re che aveva una figlia molto vivace ed esuberante che presto sarebbe andata in sposa al figlio del re di un reame vicino.Queste nozze erano molto importanti perchè avrebbero rafforzato i legami di pace e amicizia fra i due regni.La regina era preoccupata per il comportamento della figlia perchè la madre del principe era molto rigida e austera e non mancava mai di criticare gli atteggiamenti della principessa. Un giorno ,disobbedendo alla madre, la principessa volle provare le calze d'oro finissimo che erano il dono di nozze della futura suocera e mentre si pavoneggiava e ballava per la stanza, finì col strappare le preziosissime calze. Cadde nella disperazione più nera e corse a chiedere aiuto alla nutrice. Lei gli consigliò di portare la calze da Epifania conoscendo la sua abilità e la principessa volle andarci personalmente, temendo che qualche servetta facesse la spia a sua madre. Si travestì da contadina e si presentò dalla vecchina. Epifania capì subito che le calze erano di tessuto finissimo ma non ci vedeva tanto bene e non si accorse che erano d'oro. Immaginò che la ragazza fosse una giovane sposa e le chiese di cucinare per lei mentre rammendava. Ma la principesssa dovette confessare di non esserne capace. " Non preoccuparti piccola mia, anch'io da giovane non ero tanto brava, imparerai col tempo. Siediti accanto a me , mangeremo un pò di pane e chiacchiereremo un pò. Coì trascorsero tutta la giornata a farsi compagnia e la principessa parlò molto di sè, pur non rivelando mai la sua identità. A sera le calze erano pronte ed erano perfette. La principessa ringraziò e promise che l'indomani avrebbe mandato un compnso alla vecchietta. Ma quando arrivò al castello scoprì in fondo ad una calza un soldino di rame,Epifania l'aveva creduta una giovane sposa povera e le aveva donato l'unico soldino che le era rimasto.Allora la principessa commossa ordinò che da quel giorno Epifania avesse a disposizione una servetta per i lavori di casa e che non le mancassero mai monete, dolci,cibo da regalare ai suoi vicini.Quando Epifania morì la gente del paese volle continuare la tradizione di lasciare doni nelle calze di spose e bambini e lo faceva nel giorno dellEpifania per ricordare labuona Befana. E questa tradizione è arrivata fino a noi. Ma c'è chi dice che Epifania non sia mai morta e che sia volata in cielo sulla sua scopa scortata dai suoi amici uccellini.

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