Il 19 settembre si festeggia San Gennaro, il santo patrono di Napoli per antonomasia (in realtà Napoli conta ben 51 santi protettori ! ),una ricorrenza molto sentita in Campania e anche all'estero, negli Stati Uniti soprattutto, nella comunità della Little Italy.
San Gennaro però non nacque a Napoli bensì a Benevento, intorno al 272.Secondo alcuni storici era di umili origini, secondo altri invece discenderebbe da una importante famiglia gentilizia, la Gens Januaria per cui Januario, diventato poi Gennaro, era il suo cognome. Le notizie storiche su di lui si hanno a partire dal 300 DC, quando fu consacrato Vescovo di Benevento. Era il periodo delle persecuzioni di Diocleziano e il santo si era recato a Pozzuoli con Festo e Desiderio per incontrare Sosio, diacono di Miseno, un giovane di grande fede ( diventato poi patrono di Frattamaggiore, dove la comunità misenate si era rifugiata ). Il giudice Dragonzio, proconsole della Campania, aveva però fatto imprigionare Sosio . Gennaro , Festo e Desiderio che erano andaati in carcere per confortarlo, furono anch'essi imprigionati, insieme a Procolo, diacono di Pozzuoli e altri due fedeli, Eutiche e Acunzio che avevano protestato per questi arresti. Poichè tutti si rifiutarono di abiurare la loro fede e adorare gli idoli pagani, furono condannati ad essere sbranati dalle belve. Ci fu una sollevazione popolare e la pena fu commutata nella decapitazione. Una pia donna, Eusebia, identificata tradizionalmente come la nutrice di San Gennaro, raccolse in un'ampolla il sangue dei martiri.
I resti del santo furono dapprima conservati nell'Agro Marciano (attuale zona Fuorigrotta ), poi traslati a Capodimonte nelle catacombe, ai tempi di Costantino I e sembra risalire a questo momento la prima liquefazione del sangue, quando la nutrice Eusebia porse l'ampolla al vescovo Severo, avvicinandola alla testa del Santo.
Nell'831 le spoglie furono riportate a Benevento e nel 1156 furono murate dietro l'altare maggiore del Santuario di Montevergine e per molto tempo se perse perfino il ricordo. E' solo nel 1492 che il corpo di san Gennaro fu trasferito definitivamente nel Duomo di Napoli,insieme alle ampolle col sangue, dove furono costruite appositamente la Cappella Carafa, sotto l'altare Maggiore e la Cappella del Tesoro.
Le prime notizie documentate della liquefazione del sangue risalgono al 17 agosto 1389. Da allora si verifica quasi puntualmente il sabato prima della prima domenica di maggio e il 19 settembre , per una settimana, e spesso anche il 16 dicembre. Contemporaneamente le tracce di sangue su una lastra di marmo conservata a Pozzuoli, sulla quale sarebbero stati decapitati i martiri, diventano più vivide. E non tutti sanno che il principe Pupetto di Sirignano aveva sulla nuca una macchia rossa che diventava molto evidente nei giorni della liquefazione, per cui lui si considerava discendente di San Gennaro.
La Chiesa ancora oggi non definisce miracolo ma solo evento prodigioso il fenomeno della liquefazione. In molti pensano che si tratti di sostanze mescolate insieme che assumono lo stato liquido dopo uno scuotimento ( sostanze tissotopiche ) e hanno riprodotto il fenomeno in laboratorio ma solo per breve durata. Il sangue di San Gennaro invece subisce questo fenomeno da secoli, spesso non c'è bisogno neanche di scuotere le ampolle perchè viene ritrovato già liquefatto. Inoltre indagini spettroscopiche hanno rivelato che la sostanza nelle ampolle contiene emoglobina.
I fedeli, naturalmente, credono fermamente al miracolo e lo invocano come buon auspicio per le sorti della città. Quando infatti il miracolo non si è verificato, sono avvenuti eventi catastrofici come eruzioni o epidemie. Al contrario altri eventi catastrofici sono stati scongiurati portando in processione il busto e le ampolle e ne sono testimonianza le varie cappelle votive sparse per la città che segnano il punto in cui si sono verificati i prodigi.
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