Il 4 maggio non è un giorno qualsiasi, almeno per i napoletani.Non si tratta di una particolare ricorrenza storica o religiosa o compleanno famoso ( anche se ce ne saranno certamente in questo giorno).A Napoli l'espressione " fare il 4 maggio " ha un significato antico e ben preciso : il 4 di maggio era il giorno in cui, per tradizione, si effettuavano i traslochi.Un tempo non era così difficile come oggi trovare una casa in affitto.Così , allo scadere del contratto, appunto il 4 maggio, la gente, soprattutto quella appartenente al ceto meno agiato, non si faceva problemi a caricare le loro cose su un carretto ( o, col tempo, su un furgoncino ) e a trasferirsi in una nuova abitazione più grande o più bella o più economica. Ci sono famiglie che hanno abitato in tutti i quartieri della città da quelli più " signorili " a quelli più popolari. Oggi, con i contratti d'affitto pluriennali, i fitti bloccati, le condizioni economiche migliorate e , soprattutto, la carenza di abitazioni libere, non c'è più questo nomadismo, la gente tende a restare per molto tempo nella abitazione che si è scelto, e c'è la propensione a vivere in una casa di proprietà piuttosto che in affitto, si fanno sacrifici per pagare un mutuo per avere la sicurezza di un'abitazione propria da cui nessuno ci potrà cacciare. Ma l'espressione " fare o quatte e maggio " è rimasta nella memoria popolare e viene usata per qualsiasi tipo di spostamento , anche in modo scherzoso.Se, ad esempio vediamo un amico che, per andare in vacanza prepara un bel numero di valigie, zaini, borsoni , subito viene da chiedergli : stai facendo o quatte e maggio ? .E questa espressione,con un senso del fatalismo tutto napoletano, può indicare anche un altro tipo di trasloco, quello più definitivo, come ricordano i versi di una famosa canzone di Armando Gill :
Core,fatte curaggio,
sta vita è nu passaggio,
facimmoce chist'atu quatte e maggio.
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