sabato 8 maggio 2010

AGORA


La trama :
La vita e la morte di Ipatia, martire pagana.

Questo film, diretto da Alejandro Amenàbar, fu presentato al Festival di Cannes nel 2009 e subito fu molto apprezzato da pubblico e critica. Ma in Italia è arrivato solo adesso e ha seriamente rischiato di non trovare un distributore. Perchè la storia, misconosciuta ,della filosofa e matematica Ipatia , ci mostra un'altro aspetto del cristianesimo,intriso di fanatismo e intolleranza.
Siamo nel 391 d.C., ad Alessandria d'Egitto, ai tempi dell'imperatore Teodosio.Il centro culturale della città e di tutto il mondo antico era la famosa Biblioteca, ospitata nel Serapeo.Qui insegnava Ipatia, la figlia del direttore della Biblioteca,ammirata e seguita dai suoi discepoli.I suoi studi si focalizzavano soprattutto sull'astronomia, sul moto degli astri e dedicava con fervore la sua vita allo studio e all'insegnamento, senza accorgersi che almeno due uomini l'amavano, il giovane aristocratico Oreste e lo schiavo Davo.Ma ad Alessandria si stava affermando con forza il cristianesimo che, invece di convivere pacificamente con gli altri culti, ne voleva l'annientamento. La setta dei parabolani organizza l'assalto alla Biblioteca , insegnanti ed allievi sono costretti a lasciare il campo a questi vandali che distruggono tutto, in una scena che spezza il cuore, anni e anni di antico sapere annientato , cancellato per sempre.Ormai la religione cristiana è quella dominante , ebrei e pagani vengono perseguitati e costretti a convertirsi.Lo stesso Oreste, divenuto prefetto, deve cedere alle pressioni del vescovo Cirillo , ma non Ipatia, che lui non ha smesso di amare e di proteggere.Per i cristiani è un'affronto la figura di una donna che insegna agli uomini, che è libera intellettualmente e non accetta condizionamenti.Per questo, su istigazione di Cirillo, viene messa a morte e nè Oreste nè Davo, unitosi ai parabolani, riescono a salvarla.
Certo è strano vedere , per una volta, i cristiani non nel ruolo di perseguitati ma di persecutori, che uccidono invece di essere uccisi, che si danno alla violenza e alla vendetta invece che al perdono. Ma in realtà questo non è un film contro il cristianesimo ma contro l'oscurantismo religioso di ogni epoca e di ogni credo. Ed è contro quella fede cieca che non ammette altra voce che la propria, che sottomette i credenti invece di renderli liberi e, soprattutto, è intrisa di misoginia.
Ipatia è una martire pagana, vittima della lotta tra scienza e fede,annientata perchè libera, intelligente, perchè donna.E per le donne, succede ancora adesso.

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