Leggendo questo libro di Paolo Barbuto, cronista del Mattino di Napoli, si provano sentimenti di indignazione, orrore, commozione di fronte allo sfacelo e e alla dissacrazione toccati in sorte a tante, troppe chiese, cappelle, complessi conventuali di Napoli. L'autore si è messo coraggiosamente sulle tracce di questi tesori perduti e abbandonati , forse persi per sempre. Santa Maria a Vertecoeli, Santa Maria del Pianto, Santa Maria a Cosmedian e molti altri edifici religiosi lasciati alle ingiurie del tempo, degli agenti atmosferici e dei predatori di ogni tipo, soprattutto da dopo il terremoto dell'80. Luogni sacri spogliati da tutti gli ornamenti più preziosi , divenuti ricettacolo di spazzatura e di carcasse di animali,trasformati in magazzini o abitazioni, devastati da vandali, spesso in completa rovina e pericolanti.Ma più dell'indifferenza degli enti pubblici e dell'opera predatrice dei ladri provoca raccapriccio lo scempio perpetrato sulle sepolture presenti in questi luoghi.Un tempo quasi tutte le Chiese avevano nel sottosuolo una cripta, dove venivano sepolti soprattutto i religiosi che avevano in cura l'edificio sacro, e monumenti funerari delle famiglie nobili o ricche.Sono state ritrovate tombe scoperchiate, profanate,le ossa e i teschi dei defunti abbandonati alla rinfusa , forse per strani riti o forse solo per vuota stupidità o per rubare i monili con cui erano stati sepolti e tra queste anche tombe di bambini, anche quei piccoli scheletri sono stati devastati da mani sacrileghe.
Si può solo sperare che almeno qualcuno di questi luoghi sacri possa essere recuperato, magari con una destinazione più sociale, come biblioteca, oratorio, centro studi, forse non servono neanche tanti fondi ma serve la volontà di recuperare e proteggere dei piccoli pezzi di arte e di storia, piccoli pezzi del cuore della città.
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Dovremmo indignarci tutti quanti di più, alzare la testa e gridare, con forza, la nostra rabbia.
RispondiEliminaSe tu vedessi le immagini raccapriccianti del libro, fanno male al cuore.Ma le risposte sono sempre le stesse, non ci sono fondi. E così tutto va in rovina.
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