venerdì 31 dicembre 2010

IL GIORNO DI CAPODANNO - PABLO NERUDA


Il primo giorno dell'anno
lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.
La terra accoglierà questo giorno
dorato,grigio,celeste,
lo bagnerà
con frecce di pioggia trasparente
e poi lo avvolgerà nelle ombre.
Eppure
piccola posta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo.
Pablo Neruda

martedì 28 dicembre 2010

SOGNANDO UN ANNO DAVVERO NUOVO

SI avvicina la fine del 2010, tempo di bilanci per tutti.Per qualcuno è stato un buon anno, per altri, forse pochi, davvero splendido, per molti un anno come gli altri, col suo fardello di gioie e dolori, felicità e delusioni, per qualcun'altro, spero pochi, un anno da dimenticare.
E tutti già facciamo progetti, propositi, sogni per il 2011,sperando che ci porti quello che desideriamo di più, un lavoro, una casa, un figlio, un amore, la salute, la prosperità economica, divertimento,nuove amicizie, successo,avanzamento di carriera.Tutto giusto, certo , ma oltre a questo dovremmo soffermarci a pensare cosa è veramente importante per noi, cosa ci potrà veramente portare serenità e appagamento.
Per un anno davvero nuovo dovremmo impegnarci a migliorare noi stessi, a credere nella forza delle nostre idee, ad aprirci al prossimo con più fiducia, a fare qualcosa per gli altri.Non possiamo cambiare il mondo, fermare le guerre, guarire tutte le malattie, sconfiggere la fame e la povertà. O meglio, non possiamo farlo in modo totale , assoluto, ma nel nostro piccolo possiamo certo fare qualcosa che, sommato a quello che possono fare gli altri, può portare veramente , col tempo, a risultati grandiosi.Se non siamo governanti non possiamo fermare le guerre ma possiamo eleggere persone che amino la pace come noi, possiamo praticare tolleranza e giustizia nei nostri rapporti interpersonali.Se non siamo medici o ricercatori non possiamo guarire le malattie ma possiamo aiutare la ricerca anche con un modesto apporto economico, possiamo renderci disponibili a donare gli organi per salvare altre vite quando la nostra non potrà più essere salvata, possiamo donare il sangue o il midollo osseo per aiutare gli altri a sopravvivere.Se non siamo immensamente ricchi e potenti( e neanche se lo fossimo )non possiamo sconfiggere fame e povertà ma possiamo comunque fare qualcosa, sia aiutando persone e associazioni vicine a noi,sia contribuendo a raccolte di fondi e materiali per i paesi più poveri e lontani, appoggiando campagne umanitarie, adottando un bambino a distanza,comprando oggetti e alimenti equosolidali.Ogni piccola goccia è parte del mare e il mare non potrebbe esistere senza queste gocce.Tanti piccoli gesti possono migliorare il mondo e noi stessi e portarci quella felicità interiore che tanto cerchiamo in modo a volte sbagliato.Se riuscissimo veramente a capirlo e a metterlo in pratica, sarà un anno davvero nuovo quello che ci aspetta, un anno nuovo per noi e per il mondo. Auguri !

sabato 25 dicembre 2010

SANTO STEFANO


Il 26 dicembre si festeggia S.Stefano protomartire, cioè il primo dei martiri cristiani e proprio per questo la sua memoria viene celebrata dalla Chiesa il giorno dopo la nascita di Gesù. Stefano, il primo dei 7 diaconi nominati dagli apostoli per aiutarli nel loro ministero, morì lapidato poco dopo la Pentecoste. Trascinato davanti al Sinedrio con le stesse accuse che erano state rivolte al Cristo, pronunciò un lungo discorso ispirato dallo Spirito Santo al cospetto dei sacerdoti.Ma la folla inferocita e sobillata lo spinse fuori e lo uccise a colpi di pietra. All'esecuzione assistè Saulo di Tarso, il futuro San Paolo. Ma subito dopo la morte si rivelò la santità di questo giovane martire e la fede in lui si rafforzò talmente che , in seguito, numerose Chiese d'Italia e d'europa si vantavano di possedere le sue vere reliquie riportate in Europa dai Crociati.
Sulla vita di Santo Stefano e sulla sua provenienza , forse greca, non si hanno notizie certe, ma si conosce una commovente leggenda.
Alla nascita di Gesù molte donne andarono a fare visita al bambino e alla madre.Ma solo le donne che avevano già dei bambini potevano recarsi a visitare una donna che aveva appena partorito. Una ragazza di nome Stefania voleva anch'essa andare a porgere omaggio al piccolo Gesù, ma non avendo figli, pur desiderandoli ardentemente, avvolse una pietra in una copertina e la teneva in braccio come un bambino.Dopo aver pregato davanti a Maria e suo figlio, mentre stava per andar via, la Madonna la fermò chiedendole cosa stringesse tra le braccia.Stefania mortificata svolse la coperta ma con immenso stupore e gioia si accorse che al posto della pietra c'era un neonato. Maria dolcemente le disse : va, il tuo desiderio è stato esaudito.Ma ricordati che questo figlio è nato da una pietra e per una pietra morirà.
Stefania chiamò Stefano suo figlio che ebbe il destino predettogli dalla Madonna.Negli antichi presepi napoletani spesso si poteva trovare la figurina di Stefania che si avviava alla Grotta col suo fagottino tra le braccia. Una donna premiata per la sua fede con un figlio anch'esso di grande fede e virtù tanto da seguire per primo il suo Signore sulla strada del Martirio e della gloria.

venerdì 24 dicembre 2010

mercoledì 22 dicembre 2010

A GESU' BAMBINO - UMBERTO SABA


La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Gesù Bambino !
Tu, Re dell'universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa ch'io sia buono
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa che il tuo dono
s'accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda
nel tuo nome.
Umberto Saba

domenica 19 dicembre 2010

GIOCHI SOTTO L'ALBERO

Natale è soprattutto la festa dei bambini eppure spesso lo dimentichiamo presi dalla frenetica attività di questi giorni. O meglio, pensiamo a loro solo per coprirli di regali più o meno costosi che li faranno felici per qualche momento e poi verranno messi da parte insieme a tutti gli altri. Invece dovremmo approfittare di questi momenti di festa per passare un pò più di tempo con loro per giocare e farli divertire invece di parcheggiarli davanti alla Tv o al computer.Si poterbbe passare un pomeriggio con i bambini che certamente saranno in visita con parenti e amici o invitare amichetti dei figli , organizzando un mini party con giochi adatti alla loro età. Ad esempio per i più piccoli un torneo di Memory, bastano anche due mazzi di carte, o un Mercante in fiera semplificato, con il Mercante interpetato da un adulto che regala le carte a chi sa meglio imitare un animale o racconta una barzelletta o fa una faccia buffa, o un gioco dei mimi dove gli adulti devono far indovinare ai bambini titoli di fiabe o cartoni animati o animali. In premio caramelle, dolcetti,figurine, niente di veramente importante che possa scatenare gelosie o risentimenti, cercando di far vincere un pò tutti.Con i più grandi si possono formare squadre miste sempre per il gioco dei mimi o per Passa parola o per un torneo di Saltinmente, Trivial , Taboo, comunque banditi per una volta giochi elettronici, meglio divertirsi con poco, interagendo, come un tempo quando Wii o Play Station non esistevano. Devono essere giochi che coinvolgono tutti, grandi e piccini e che facciano sentire i bambini al centro dell'attenzione, protagonisti, che stimolino la creatività, l'immaginazione e non l'abilità a schiacciare pulsanti o seguire figure in movimento.E magari le mamme potrebbero impegnare i bambini nella decorazione di tartine o sfidarli a imbottire panini in modo fantasioso o indire una gara per il tovgliolo di carta piegato nel modo più originale.Una volta cominciato vederete che vi divertire anche voi e dopo vi sentirete più sereni e rilassati, non c'è niente che metta più di buonumore del sorriso e dell'allegria di un bambino !

mercoledì 15 dicembre 2010

IL BUON GESU' E IL CATTIVO CRISTO


La trama : Una nuova versione del Vangelo


Philip Pullman, autore della trilogia Quelle oscure materie, da cui è stato tratto il film La bussola d'oro, rilegge passo per passo il Vangelo ma dà una nuova interpretazione degli episodi che tutti conosciamo. A cominciare dall'inizio :nella stalla di Betlemme Maria dà alla luce non uno ma due bambini : Gesù, un neonato bello e sano e Cristo, più malaticcio e bisognoso di cure.
Crescendo i due gemelli si presentano molto diversi, Gesù è uno scavezzacollo sempre pronto a mettersi nei guai, Cristo è docile e capace di compiere piccoli miracoli per togliere dai guai il fratello. Ma dopo l'incontro con Giovanni Battista avviene un cambiamento : Gesù si ritira a meditare nel deserto perchè si sente spinto verso una grande missione, Cristo vede in lui grandi capacità e vorrebbe che fondasse una Chiesa che abbracciasse tutti i fedeli e li accudisse come una madre.Gesù sognava un Regno dei Cieli , Cristo un Regno della Chiesa su questa Terra.
Così i due fratelli si separano, Gesù comincia a predicare e raccogliere discepoli,a compiere miracoli, ad affascinare le folle, Cristo lo segue come un ombra annotando i suoi discorsi per i posteri.
Ma un giorno Cristo incontra uno sconosciuto, forse un sacerdote, forse un ricco mercante, forse addirittura un angelo, interessato ai suoi scritti.Gli consiglia di continuare a raccogliere queste testimonianze ma di far filtrare la Verità dalla semplice narrazione storica, estrapolando il vero significato delle parole e azioni di Gesù. Cristo continua la sua opera ma arriva il momento in cui lo sconosciuto gli fa una tragica rivelazione : Gesù deve morire e poi risorgere affinchè la sua predicazione sia ricordata per sempre nel mondo.Cristo però è pronto a sacrificarsi per il fratello, in fondo si è sempre sentito la sua brutta copia.Quale dei due fratelli affronterà la croce ? E ci sarà una vera resurrezione ?
Qualche secolo addietro un simile romanzo sarebbe stato considerato blasfemo , soprattutto per la visione che ha l'autore della Chiesa,che, affidata agli uomini, diventa un'entità legata al potere materiale dedita anche a nefandezze.E' questo il suo pensiero che fa esprimere a Gesù, che aspira a un mondo puro e tutto spirituale ma che si scontra col silenzio di Dio, d'un tratto assente dalla sua vita, dopo averlo chiamato ad agire.Bellisimo a questo riguardo il monologo interiore di Gesù nel giardino degli ulivi.
Una storia interessante anche solo per rileggere sotto un altro punto di vista gli episodi più conosciuti del Vangelo, raccontati( nella finzione romanzesca) da chi vi ha assistito e, a volte, ne ha modificato il contenuto.

domenica 12 dicembre 2010

SAN GREGORIO ARMENO


In tutto il mondo San Gregorio Armeno è conosciuta come " la via dei pastori " perchè questa antica strada, in epoca romana collegameto tra due decumani, è tutta dedita all'arte presepiale e, nel periodo natalizio , diventa un palcoscenico colorato e magico dove, accanto alle ormai onnipresenti merci Made in China, ancora sopravvivono opere artigianali realizzate con pazienza e maestria nelle innumerevoli botteghe, case e cortili. In realtà non solo questa strada ma anche le vie vicine, parte di Via dei Tribunali e via San Biagio dei Librai, fino a Piazza del Gesù e tutto il dedalo di viuzze, vicoletti, piazzette adiacenti, a Natale si animano di bancarelle che espongono pastori,casette, scogli ( la base del presepe ) nudi o già allestiti e , inoltre, anche tutto l'occorrente per allestire gli alberi di Natale.
Ma è San Gregorio Armeno che evoca subito quell'atmosfera natalizia così accogliente, magica, che fa tornare tutti un pò bambini. Da qualche anno poi, alcuni degli artigiani hanno introdotto l'usanza, divenuta subito tradiziione, di ritrarre fedelmente i personaggi più noti del momento, politici, attori, calciatori. Quest'anno, ad esempio , sono arrivate le statuine di Fazio e Saviano, dopo il successo della trasmissione Vieni via con me. Naturalmente questi " pastori" non finiscono davvero nel presepe ma diventano souvenir o soprammobili da collezione.
Ma possiamo trovare anche pastori veri, fatti a mano come un tempo,con gli abiti di seta e ornamenti preziosi che nel 700 erano confezionati a corte da dame e principesse.Ritraggono i personaggi tipici del popolino napoletano colti nei momenti di vita quotidiana.Certo sono costosi ma ci si può accontentare di comprare almeno qualche accessorio come piatti, ceste con frutta o pesce, stie per i polli, pale, forconi, lanterne, strumenti musicali, tutti veramente perfetti . E chi vuole provare a costruire da sè il presepe o è già esperto può trovare tutto il materiale necessario, fogli di sughero per le case, cortecce di sughero per il paesaggio, tegole, muschio, carta per le montagne e ogni sorta di marchingengni per far scorrere davvero l'acqua in fiumi, cascate, fontanelle.
La strada prende il nome dalla chiesa di San Gregorio Armeno ( più nota come chiesa di Santa Patrizia ), con annessi convento e chiostro, che sorge sulle rovine di un tempio di Cerere.E secondo alcuni studiosi era nel destino di questa strada diventare il centro dell'arte presepiale perchè in epoca romana c'erano le botteghe che creavano le statuette votive da offrire a Cerere.
Vale la pena ,ogni anno,di immergersi in questo piccolo mondo a parte, spalancare gli occhi come bambini davanti ai pastori semoventi , ascoltare i richiami dei vari Pazzarielli e Pulcinella mangiando caldarroste o una pizza " a libretto".
Ma per godere appieno della passegggiata conviene andarci all'inizio di novembre, quando non c'è ancora molta folla perchè nei giorni più vicini alle feste di Natale addirittura viene istituito un senso unico per i pedoni a causa della ressa di acquirenti o semplici curiosi.E se si visita Napoli in un altro periodo non c'è problema, le principali botteghe sono aperte tutto l'anno e anche se non è Natale l'incanto c'è sempre.

giovedì 9 dicembre 2010

REGALI FATTI CON IL CUORE

Certo, sono in molti a pensare che il Natale si è ormai trasformato in un grande calderone consumistico, che si sono persi i valori fondamentali di questa festa,che in questo periodo viviamo solo una grande e affannosa corsa ai regali,spesso costosa e insoddisfacente. Eppure basta poco per riportare questa festività al suo significato e alla sua atmosfera originarie di letizia, pace, affetto. Anche facendo dei regali.Escludendo i doni cosidetti " di rappresentanza", quelli che siamo obbligati a fare per riconoscenza, per motivi di lavoro, per ripagare un favore ricevuto, che devono essere per forza formali , per i piccoli e grandi pensieri da offrire a parenti e amici possiamo usare la fantasia e lasciarci guidare dal cuore per dedicare a ciascuno un qualcosa veramente sentito e pensato proprio per lui. E non vale l'alibi che non ne siamo capaci, ciascuno di noi ha qualche abilità, anche piccola, che può mettere in gioco. Chi sa lavorare a maglia, ad esempio, può confezionare sciarpe, berretti, borsine nei colori e forme preferiti dai suoi amici e se è troppo tardi ormai per mettersi al lavoro può benissimo personalizzare un capo comprato con applicazioni fatte a mano in modo da renderlo varamente unico.
Possiamo preparare un cd con una compilation delle canzoni più amate o più significative per il destinatario, scrivere la sua poesia preferita su una carta pergamena ( o anche stamparla ) e incorniciarla. Preparare un poster con foto sia personali sia degli attori o cantanti preferiti,locandine di film, immagini di paesaggi o animali, frasi di canzoni e poesie e montarlo in una cornice trasparente,rivestire una semplice cornice di legno o cartone con la tecnica del decoupage, chi sa cucinare bene può regalare biscotti, confetture o , meglio ancora, trascrivere in un quadernetto alcune delle sue migliori ricette corredandole con foto o disegni. Si possono creare segnalibri col cartoncino decorato con adesivi, fiori secchi, frasi dolci o spiritose , strass, e ricoperti di carta adesiva trasparente, una bambola da regalare a una bambina può essere accompagnata da un corredino di abitini cuciti su misura. E se proprio non abbiamo tempo o abbiamo già comprato i regali, almeno dedichiamoci alla confezione, usiamo carta e fiocchi creati da noi, e invece di comprare i soliti bigliettini prestampati, almeno scriviamoli noi, su cartoncini bianchi o colorati, senza pensare alle solite frasi di auguri ma a quello che vogliamo veramente augurare, a quello che davvero vogliamo esprimere,e completiamoli con disegnini, foto, nastrini e tutto quello che ci viene in mente.Un regalo che esprime il nostro affetto e la nostra attenzione è sempre gradito , qualunque sia il suo valore, è un modo per dire : ti voglio bene .

lunedì 6 dicembre 2010

APPUNTI DI UN VENDITORE DI DONNE


La trama : Milano, fine anni 70, Bravo si occupa di procacciare eleganti accompagnatrici ad uomini facoltosi, per lui le donne sono solo "merce" da piazzare, finchè incontra Carla.

E' il quinto romanzo di Faletti e stavolta non si tratta di un thriller pieno di azione come i precedenti, almeno non parte come tale.La vicenda è ambientata nelle lunghe notti di Milano,quando la gente che conta o che può permetterselo consuma le ore tra locali, bische,nella ricerca spasmodica del divertimento.Bravo fa parte di questo ingranaggio, ha un giro di ragazze di classe pronte ad animare le serate di divi, politici, uomini d'affari.Certo, le tratta con rispetto, attento a non fargli correre rischi,permette loro facili guadagni e non trattiene per sè grosse percentuali.Ma è comunque un "lavoro" asettico, senza sentimenti.Perchè Bravo ha un doloroso segreto nel suo passato che ha anestetizzato il suo cuore : da ragazzo era molto attratto dalle donne e riscuoteva un notevole successo. Ma un giorno incontrò la ragazza sbagliata, la donna di qualcun altro e per punizione fu rapito ed evirato. Riuscì a salvarsi la vita, le ferite fisiche si rimarginarono ma non quelle psicologiche e così si trasformò nel venditore di quelle donne che non poteva più amare, trascinando la vita in quella notte perenne, senza affetti, senza amici veri tranne Lucio, un chitarrista cieco che condivide la sua passione per l'enigmistica. E poi una sera, per caso, incontra Carla una bella ragazza di provincia che sogna un futuro migliore. Carla che vorrebbe amarlo, Carla che lui vorrebbe amare ma non può e allora si trasforma nel suo Pigmalione, le insegna a vestirsi, la dirozza, ma solo per introdurla nel suo giro.Ma , a questo punto, la vicenda d'un tratto prende vita, gli eventi incalzano, accelerano e Bravo si trova coinvolto all'improvviso in un vortice di vendette, stragi, terrorismo e dovrà lottare con tutte le sue forze per non diventare il capro espiatorio in una storia intricata e più grande della sua comprensione.
La lentezza dell'inizio annoia un pò, e quando appare il personaggio della bella Carla si pensa che si vada verso la solita storia di amore impossibile, di caduta e redenzione ma è proprio qui che invece che il romanzo cambia volto e ci riporta ai ritmi delle opere precedenti e alle sorprese che si susseguono nel finale. Bisogna quindi resistere e continuare la lettura per ritovare il Faletti a cui siamo abituati.Comunque anche questo romanzo sembra scritto per avere una versione cinematografica anche se fino ad ora nessuna delle storie narrate da Faletti è stata tradotta in film.

venerdì 3 dicembre 2010

5 DICEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIATO

Il 5 dicembre si celebra la giornata internazionale del volontariato, istituita dall'Assemblea delle Nazioni Unite per ringraziare tutte quelle persone che, in vari modi, dedicano un poco, gran parte o tutto il loro tempo alla cura gratuita dei più deboli e bisognosi e spesso si sostituiscono provvidenzialmente alle istituzioni assenti o ben poco presenti.
Quello dei volontari è un esercito silenzioso e solerte, di persone di tutte le età e professioni che opera attraverso organizzazioni ma anche al di fuori di esse per soccorrere in tutti i modi soprattutto i più umili e diseredati, anziani, immigrati, malati, ragazze madri, bambini, indigenti e chiunque si trovi in difficoltà e abbia bisogno di sostegno morale ed economico.
E la Commissione Europea ha proclamato il 2011 Anno Europeo del Volontariato , un anno in cui si terranno numerose manifestazioni e convegni sull'argomento cercando di sensibilizzare la società sull'importanza di aiutarsi vicendevolmente per favorire il progresso di tutti.
Soprattutto bisogna formare i giovani, andare nelle scuole, enorme serbatoio di forze nuove per il settore, senza di loro non ci sono speranze per il futuro di molte associazioni. E non è vero che i ragazzi di oggi sono tutti egoisti e disimpegnati, molti già si adoperano anche spontaneamente ad aiutare il prossimo,molti sono pronti ad accorrere,magari in modo poco coordinato, in caso di emergenza, basti pensare a quanti si sono attivati dopo il tragico terremoto dell'Abruzzo collaborando ai soccorsi, organizzando raccolte di fondi e materiale, donando il sangue ecc. Bisogna quindi solo ben indirizzare questi slanci spontanei, e cercare di creare una cultura del volontariato, dell'aiuto reciproco, del donare se stessi o il proprio tempo e spiegare che questo arricchisce non solo chi riceve ma soprattutto chi dona,che aiuta a crescere e a maturare , a sperare in un mondo migliore, e che non bisogna per forza andare lontano per essere utili,anche nel proprio quartiere, nella propria parrocchi, nella propria scuola si può dare una mano portando e ricevendo gioia e benessere.

mercoledì 1 dicembre 2010

DIRE GRAZIE FA BENE ALLA SALUTE

Forse lo pensavamo già, provare sentimenti di gratitudine ci fa star bene, ci rende più felici , ma ora arrivano studi scientifici condotti in varie università americane a confermarcelo.Sono stati analizzati campioni di migliaia di studenti e si è rilevato che i giovani che erano più inclini a sentire gratitudine e, soprattutto ad esprimerla, riuscivano meglio negli studi e avevano migliori rapporti sociali.
Tutti noi proviamo gratitudine verso chi ci aiuta, ci sostiene o semplicemente ci fa una gentilezza, ma pochi riescono a manifestare questo sentimento a parole, forse per un senso di pudore o perchè ci fa sentire in qualche modo più fragili.Invece è liberatorio e ci fa bene esprimere, anche con un semplice grazie, quello che proviamo, migliora la nostra vita e quella dei nostri interlocutori.Perchè ringraziare fa capire a chi ci ha aiutato che ha fatto qualcosa di importante per noi, anche se è una cosa da nulla e che noi ne siamo consapevoli.
Si dovrebbe insegnare ai bambini fin da piccoli a ringraziare, non solo quando si riceve qualcosa ma anche per quelle cose che, soprattutto ai figli, sembrano più scontate e quasi dovute, ad esempio ringraziare la mamma che fa trovare il pranzo pronto, le camerette riordinate, i vestiti puliti e stirati.
E da adulti si dovrebbe conservare la buona abitudine di ringraziare sempre non solo per le piccole cortesie quotidiane che possiamo ricevere ma anche per quanto di bello avviene durante la giornata, per le cose che ci emozionano, per un bel tramonto, un arcobaleno dopo la pioggia, una canzone sentita alla radio, il sorriso di un bimbo, un profumo aleggiante nell'aria, una battuta divertente , anche nella giornata più noiosa e senza particolari avvenimenti se dentro di noi avremo ringraziato ogni volta per qualche piccola gioia gratuita, alla sera ci ritroveremo nel cuore un piccolo tesoro.