giovedì 26 maggio 2011

ZAGREB - ARTURO ROBERTAZZI


La trama : Guerra civile in Jugoslavia. Una fabbrica d'auto abbandonata trasformata in mattatoio dove la parola d'ordine è Terrore,dove il Nemico è solo una Bestia da eliminare metodicamente.Dove le parole pietà, umanità, compassione non hanno più alcun senso.Dove, un giorno, una figura venuta dal passato può contribuire a riaccendere un esile barlume di speranza in un mondo riappacificato.

L'orrore della guerra, di ogni guerra, ma ancor di più di una guerra fratricida che in un lampo ha diviso la gente che fino a quel momento conviveva pacificamente in grumi d'odio contrapposto, Noi e Loro, Loro e Noi, carnefici e vittime che, secondo l'alternanza del caso, si scambiano i ruoli.
In quell'avamposto perso nel nulla, la Base, una piccola truppa di sopravvissuti ha deciso di farsi giustizia da sè.Sotto la guida del Comandante hanno messo in piedi un piccolo, orrendo lager,dove i Nemici vengono eliminati sistematicamente, nella routine anestetizzante di giustiziare-scavare-seppellire quella che per loro è ormai una massa informe, compatta,d'un solo colore, quello grigio della paura.Eppure quella massa è come quei pezzi di polistirolo che quando li rompi scopri che sono fatti di tante palline distinte,in quella massa il protagonista riconosce l'amico d'infanzia con cui ha condiviso sogni e speranze e la ragazza di cui era innamorato ma troppo timido per dichiararsi.
I ricordi del passato cominciano a lottare nella sua mente contro la determinazione di vendicarsi dei torti subiti, la nostalgia di un mondo scomparso dove si poteva studiare, ridere, amare comincia a minare l'orrenda sicurezza di quella Base che lo imprigiona allo stesso modo delle sue vittime. Quando si comincia a comprendere l'orrore ci può essere speranza di redenzione.
E' un romanzo sulla devastazione che provoca la guerra non solo sull'ambiente e sul territorio ma soprattutto sull'animo umano, un monito a non perdere l'umanità nemmeno nelle situazioni più terribili perchè l'odio cieco distrugge il nemico ma anche noi stessi.

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