giovedì 9 aprile 2009
I RITI DEL GIOVEDI SANTO
La settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, che ricorda l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, osannato dalla folla.Ma dopo questo evento festoso ci saranno momenti tristi e dolorosi, che porteranno Cristo alla morte per crocifissione dopo lunghe ore di tormento fisico e psicologico ( la Passione ), per poi espolodere nella gloria della Resurrezione. Il giovedi Santo è l'inizio del Triduo Pasquale e nella liturgia di questo giorno si commemora un momento importantissimo nella storia del Cristianasimo, l'isituzione del sacramento dell'Eucarestia e insiema anche di quello della Confessione o remissione dei peccati.Gesù incarica alcuni apostoli di trovare una sala per celebrare insieme la Pasqua. Si trattava però non della Pasqua come la celebriamo oggi ( Pasqua di Resurrezione, in ricordo proprio della Resurrezione del Signore ), ma della Pasqua ebraica che ricordava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù in Egitto.Quando Gesù si ritrova con gli apostoli nella sala appositamente preparata, sorprende tutti lavando i piedi degli Apostoli. Un gesto che rappresenta insieme un atto di umiltà e anche l'istituzione di un nuovo Sacramento, quello della Penitenza, intesa come remissione e purificazione dei peccati. Durante la cena poi, ecco uno dei momenti più sublimi della vita e dell'operato di Cristo : benedicendo e distribuendo il pane e il vino, crea il Sacramento dell'Eucarestia . Quel pane e quel vino sono il simbolo della sua carne e del suo sangue sacrificati per noi, per assicurarci la vita eterna. Egli stesso chiede che questo rito venga tramandato per sempre in ricordo di Lui e di questo giorno.Dopo la cena gli eventi precipitano, col trdimento di Giuda, la cattura di Gesù nell'orto degli ulivi, il processo, le umiliazioni, il percorso tragico del Calvario, la crocifissione.
Nei riti del Giovedi Santo viene ricostruita , durante la Messa, quest'ultima cena ( coena domini ).Il celebrante ripropone la lavanda dei piedi , ripercorre i momenti di questa ultima cena e, alla fine, ripone l'Ostia consacrata nel tabernacolo dell'altare della reposizione. Questo altare,che viene impropriamente chiamato sepolcro, è addobbato con composizioni di fiori e spighe di grano, statue, tappeti di segatura colorata, figure simboliche. Nell'Italia meridionale vi è proprio la tradizione di visitare i Sepolcri : peregrinare cioè di chiesa in chiesa per ammirare gli altari, commentare, fare paragoni. Tra le varie chiese c'è spesso una vera e propria gara sulla preparazione del Sepolcro, si usano i fiori più ricercati, si allestono vere e proprie scene sacre anche utilizzando manichini, si allestiscono tavole imbandite a somiglianza di quella dell'ultima cena. I fedeli prolungano le visite fino a tarda sera e la tradizione vuole che il numero dei Sepolcri visitati deve essere dispari. Quando poi la folla si dirada ,inizia in molte chiese la veglia di adorazione, per ricordare il momento in cui, nell'orto degli ulivi, Gesù, angosciato per l'avvicinarsi della Passione, chiese agli Apostoli di vegliare con lui.
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