Rita Levi Montalcini, l'italiana più famosa di questi tempi, tanto da meritarsi la copertina del primo numero di Wired Italia, domani compie 100 anni.Nata il 22 aprile 1909 a Torino, da famiglia di origini ebree, si laureò in medicina nel 1936 ma nel 1938 fu sospesa dall'attività didattica a causa delle leggi razziali e per continuare le sue ricerche, allestì un laboratorio in casa propria. Ha studiato e lavorato a lungo negli Stati Uniti e nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la medicina per la scoperta del NGF, fattore di crescita dei nervi, un passo fondamentale per la cura delle malattie neurovegetative. Dal 2001 è senatrice a vita.A vederla sembra una statuina di porcellana, sempre elegantissima e curata,ma è un fragile fiore d'acciaio.Ha sempre sostenuto che quello che resta di noi sono le opere e ancora oggi non si risparmia, tra l'Ebri, l'istituto di ricerca sul cervello nato sulla scia delle sue scoperte, la Fondazione onlus che ha creato per sostenere negli studi le ragazze africane, i libri che ha pubblicato, i tanti progetti che ha ancora in cantiere.Perchè per lei l'età non è un handicap, anzi le ha regalato più capacità di concentrazione e attenzione.Non si è mai sposata, non è mai stato nei suoi programmi, fin da ragazza voleva seguire la sua strada di studi e ricerche.Quello che le manca oggi è la presenza della sorella gemella Paola, importante artista,scomparsa nel 2000.Per il resto non ha tempo per i rimpianti, le malinconie, vive proiettata nel futuro e pensa che ha ancora tante cose da fare,è molto più giovane di tanti giovani che non hanno ideali o progetti. L'età non conta per i geni.
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