mercoledì 10 novembre 2010

SAN MARTINO - GIOSUE' CARDUCCI


La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar.
Ma per le vie del borgo
dal ribollir dei tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.
Gira su ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando,
stà il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri
com'esuli pensieri
nel vespero migrar.

E' senza dubbio una delle più celebri poesie sull'autunno, in particolare sull'estate di San Martino. Ma, al contrario della poesia del Pascoli,ambientata nello stesso periodo, non parla del tema ricorrente del mese di novembre, quello dei morti, ma celebra la vita, il rito del vino novello che si beve proprio a San Martino, la caccia intesa non come sport crudele ma come mezzo per procacciarsi il cibo.
E'una poesia che s'imparava a memoria a scuola ma i ragazzi di oggi la conoscono lo stesso per la trasposizione canora che ne ha fatto Fiorello qualche anno fa.

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